Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Pandemia e Palingenesi

Stupisce in taluni approcci al tema del coronavirus l'assoluta certezza della propria verità, pari alla noncuranza dei destini concreti dell’umanità

Trionfo-della-morte

La letteratura palingenetica sull’onda di Covid-19, trova in questi giorni prati infiniti dove largheggiare con approcci e toni che lasciano senza fiato. Ne ho avuto un esempio dall’ultimo Leonardo Boff: “La Terra contrattacca l’umanità con il coronavirus”. Tra le altre cose vedo che fioriscono nuove professioni. Alcune autoattribuite: esempio, «ecoteologo». Avendo una qualche dimestichezza con le due vecchie professioni, distinte ed anche vicendevolmente gelose delle rispettive autonomie, quì devo pensare ad una competenza nuova, scaturente dalla simbiosi/ricomposizione di un ‘logos’ (studio, discorso) su un «Dio-che-si-invera-manifesta-nell’oikos». Dunque, soltanto con la fede sarà possibile comprendere ed agire; o, comunque, essa ne sarebbe una pre-condizione. Dall’ultimo scritto di Leonardo Boff, ecoteologo (a me noto, dai miei anni giovanili, per la teologia della liberazione) leggo: “L’ipotesi che propongo è che, a questo punto, i ruoli sono stati invertiti. Essendo un super-organismo vivente, la Terra reagisce, contrattacca e si vendica dell’umanità, perché come dice il Papa nella sua enciclica ecologica “mai abbiamo maltrattato e ferito la nostra Casa comune come negli ultimi due secoli” (n. 53). Ora, arrabbiata, Gaia grida: «Basta! Sono una madre generosa, ma ho dei limiti insormontabili alla mia vita. Devo dare lezioni serie a questi miei figli e figlie ribelli e violenti. Se non hanno imparato a interpretare i segni che ho mandato loro e non mi rispettano e non si prendono cura di me come loro Madre, forse non li voglio più sul mio suolo». Penso che il Covid-19 sia uno di quei segni, non l’ultimo ancora, ma abbastanza letale da scuotere le basi del nostro tipo di civiltà. I biologi temono che potremmo essere vittime del cosiddetto Next Big One (NBO), un ultimo così letale e inespugnabile che è in grado di porre fine alla specie umana”.

Sento echi del profetismo (ed escatologismo) vetero-testamentario, un genere letterario di forte impatto, certamente; ho dubbi che possa muovere le coscienze di culture diverse di una multiforme umanità (noi umani viviamo il dubbio; il post-teologo della liberazione ed eco-teologo possiede il fuoco della verità e vuole legittimamente che bruci). Altre  nuove professioni sono, invece, etero-attribuite (non sono a conoscenza di smentite autentiche, quindi le prendo per buone): esempio, “sociologo e ambientalista”, Bellamy Fosters – come nuova e unificata professionalità – cosa significa? Se dai frutti devo riconoscerla, ecco i frutti dichiarati ed attesi: “la società dovrà essere ricostruita su basi radicalmente nuove. La scelta che abbiamo di fronte a noi è netta e cruda: la rovina o la rivoluzione”. Altro esempio: “fisica nucleare e ambientalista indiana, Vandana Shiva”: interessante, di più, ‘intrigante’: una expertise tale che dal nucleo della materia arriva alla comprensione dei complicati (in quanto connessi all’animo umano) gangli delle articolatissime società contemporanee. Anche qui dobbiamo affidarci ai frutti attesi e dichiarati; dice: “Un piccolo virus può aiutarci a fare un grande passo avanti nella fondazione di una nuova civiltà ecologica planetaria basata sull’armonia con la natura. Oppure possiamo continuare a vivere la fantasia del dominio sul pianeta fino alla prossima pandemia. E infine, all’estinzione. La Terra andrà avanti, con o senza di noi”.

Stupisce, in questi approcci, una assoluta certezza della propria verità, pari alla noncuranza dei destini concreti dell’umanità. Sembra il contrario; sembrerebbe che si voglia la sua salvezza – anche a sua insaputa – ma in realtà  si prescinde dallo sforzo di individuare metodi, strumenti, programmi e persone per determinare percorsi e tappe della salute dell’umanità. Ciò che salta agli occhi, immediatamente, sono un argomentare e passaggi repentini del “ragionamento” pressato da una sorta di “prendere o lasciare”, che non ha riscontro né nella “storia delle grandi battaglie del nostro sistema immunitario”, né nelle diverse ipotesi di distribuzione e organizzazione dei Poteri e degli Stati nella geopolitica attuale, che  – proprio a causa della pandemia in corso e di altre – costituiranno in ogni caso il luogo reale dove il cambiamento dovrà mettere radici.

In “Uomini e Virus, storia delle grandi battaglie del nostro sistema immunitario” (il libro lo si può trovare nelle edicole dei giornali), Guido Silvestri (medico, docente ordinario e capo dipartimento alla Emory University di Atlanta; uno dei massimi esperti al mondo dell’infezione da HIV) scrive: “Il grande successo evolutivo dei virus sembra suggerire che nella storia della vita terrestre devono aver svolto numerose funzioni importanti, e il bello è che la scienza le sta scoprendo solo ora. Alcuni virus, per esempio, sono in grado di agevolare il trasporto di frammenti del nostro DNA da una parte all’altra del genoma, favorendo l’adattamento evolutivo (…) il rapporto tra virus e organismo umano è molto più complesso di quanto si pensava fino a qualche anno fa. Prendiamo per l‘appunto il caso dell’influenza, una condizione tanto comune quanto fastidiosa: ancora non sappiamo se il malessere che provoca è causato dal virus oppure da una reazione inappropriata del nostro sistema immunitario” (pag. 11). Dovrebbe far riflettere leggere quanto lo scienziato ci comunica: mentre infuria la bufera; mentre camion carichi di morti vanno ai cimiteri o verso fosse comuni. Ma la realtà – un gran pezzo della realtà – è questa; o, almeno, è anche questa. Perchè tutta questa noncuranza?… perciò sopra ho scritto: “noncuranza  dei destini dell’umanità”. Lo scienziato, invece, con umiltà, si interroga e misura le faticose distanze che lo separano dalla “vita” e dalla “morte” degli uomini e delle donne in carne ed ossa. Degli scienziati ho letto, in questi giorni, anche questo: “la scienza è caduta rovinosamente dal trono più alto e sta ritrovando faticosamente il suo posto, sebbene c’è ancora l’assalto per riportarlo sul trono che non le spetta.” (Vincenzo Paglia, vescovo). Concludendo il suo libro, Silvestri scrive: “Spesso mi chiedo in che modo vedremo virus e sistema immunitario tra cent’anni, oppure ancora più in là (…) Forse saremo riusciti a chiarire quei misteri la cui soluzione appare oggi così lontana, la natura delle leggi della fisica e quella dell’origine della vita, dalla regolazione dei nostri geni alla biologia del pensiero e della mente. (…) Mi deprime l’idea di non poterci essere, ma mi consola il pensiero che ci saranno i miei figli, o i figli dei miei figli (…). Cercare di accrescere la conoscenza della natura, e usare questa conoscenza per migliorare le condizioni dei miei simili, è una componente fondamentale di ciò che dà senso alla mia vita (p. 250). Quanta distanza tra questo approccio e le magiche  formule, quali: “Il susseguirsi di malattie nuove e terribili sempre più frequenti e virulente (Ebola, HIV, influenza suina e aviaria, afta, febbre gialla, solo per citare le più note) sono la conseguenza della alterazione dei delicati equilibri naturali esistenti tra le differenti specie viventi e i loro relativi habitat” (Appello per la giornata della terra, 22 aprile 2020). Quanta umanità separa le espressioni del dott. Silvestri e la “rovinosa caduta della scienza dal trono più alto” (il vescovo Paglia).

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>